Unione, fusione o altro?

fusione-comuniUno dei temi portati all’attenzione dei cittadini della Valle del Conca in questo periodo di campagna elettorale è quello della possibilità di fondere tra loro i comuni di questa valle.

La legge 142/1990 (in particolare l’art. 26), nella sua formulazione originaria, disciplinava le Unioni come strumenti associativi esclusivamente finalizzati alla creazione delle condizioni necessarie a procedere, successivamente, alla fusione dei Comuni, prevedendo quest’ultima come obbligatoria dopo dieci anni di vita dell’Unione, pena lo scioglimento dell’Unione stessa.

Dopo oltre 17 anni dalla costituzione dell’Unione della Valconca ci troviamo invece ancora questo ente che invece di semplificare e far risparmiare risorse dei contribuenti è stato esclusivamente uno strumento nelle mani dei partiti locali per ottenere facili finanziamenti impiegandoli per il mantenimento di sedi, un consiglio, una giunta, un presidente ed a fasi alterne dei servizi in convenzione con i comuni partecipanti, piuttosto che finalizzarli al vero obiettivo che era quello della fusione.

Ora, in seguito all’art. 20 del D.L.95/2012 (convertito in legge 135/2012), per i Comuni che che hanno dato luogo alla fusione sono previsti contributi straordinari ed allentamenti dei vincoli del patto di stabilità. Riteniamo questa un’interessante opportunità per realizzare quella necessaria razionalizzazione dei servizi amministrativi che il legislatore ha previsto, tuttavia siamo perplessi dalle modalità con cui il percorso verso la fusione viene proposto da alcuni soggetti, gli stessi che allora avevano promosso la formazione l’Unione con i risultati che ci ritroviamo oggi.

La nostra impressione è che alcuni neonati comitati abbiano già definito il loro personalissimo modello di fusione con tanto di mappa dei comuni aderenti senza neanche iniziare un percorso partecipato con la cittadinanza nel ruolo di principale interlocutore. Per poter valutare correttamente la loro proposta sarebbe anche utile conoscere come intendono affrontare i temi della salvaguardia dell’identità storica e l’autonomia dei singoli municipi attraverso vincoli di rappresentanza all’interno degli organi amministrativi per evitare sbilanciamenti verso le zone più popolate, ma dai documenti a noi inviati e sul loro profilo Facebook non ci sono altro che una mappa e dei semplici slogan.

La nostra posizione noi l’abbiamo scritta nero su bianco sul nostro programma dove è prioritario il confronto con i cittadini che contribuiranno a definire il modello di fusione, nel frattempo ci attiveremo da subito per attivare le convenzioni con i Comuni che vorranno aderire.

Ecco l’estratto dal programma:

L’organizzazione delle amministrazioni locali deve essere riformata con l’obiettivo di eliminare le sovrapposizioni di competenze tra gli enti e di alleggerire il corrispondente peso sulla spesa pubblica per il loro mantenimento. La fusione tra i Comuni della Valconca potrebbe essere una soluzione sul lungo termine per raggiungere questi obiettivi, non prima comunque che si sia avviato un percorso informativo per la cittadinanza sugli aspetti positivi e negativi che questo nuovo modello comporta, ed inoltre, solamente se lo manifestassero i cittadini stessi attraverso un opportuno referendum.

Fin da ora, anche senza unioni o fusioni, attraverso convenzioni con altri enti (comuni), è possibile:

  • ottenere la riduzione dei costi di gestione ed il miglioramento dei servizi non rivolti direttamente all’utenza;
  • impiegare un maggior numero di dipendenti pubblici per fornire assistenza ai cittadini;
  • ridurre i tempi di rilascio dei permessi edilizi;
  • regolamentare gli orari di apertura degli sportelli in funzione delle esigenze espresse dai cittadini;
  • investire nella professionalità dei dipendenti comunali e valorizzare le competenze ed il merito.

 

Daniele Arduini
Movimento 5 Stelle – Morciano di Romagna

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